Medicina alternativa e Ontopsicologia

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce lo stato di salute nel seguente modo: “Star bene non significa “non essere malati”, ma vivere in una condizione di armonico equilibrio fisico e psichico, sentirsi adeguatamente integrati nel proprio ambiente naturale e sociale. La salute è lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”.

Da diversi anni si stanno diffondendo, contrapposte alle discipline “convenzionali” di cura sanitaria, funzionale, sportiva ed estetica, diverse applicazioni cosiddette “alternative”. Il campo medico rimane il principale termine di confronto.

Potremmo dire che ciò che distingue e caratterizza l’approccio convenzionale è la cura – in senso generico – dell’uomo “inteso come un sistema di leve, reazioni chimiche, condotti e pompe”. Le terapie alternative invece, “pur accettando e comprendendo questi meccanismi, prendono in considerazione l’uomo nella sua totalità, l’uomo in quanto dotato di un corpo, ma anche di una mente e di uno spirito” (A. Hill, “Enciclopedia della medicina alternativa”, Gruppo Editoriale Fabbri, Milano 1980, p. 12).

Un’ampia rassegna sulle terapie alternative è contenuta nel “Manuale di melolistica” di Antonio Meneghetti. Accanto alla teoria, tecnica e didattica di questo strumento di intervento dell’Ontopsicologia – la melolistica – vengono infatti descritte non solo le tecniche orientali, come Yoga, Ayurveda etc., ma anche la chiroterapia, l’omeopatia, la bioenergetica etc.

La melolistica si distingue da queste tecniche, in quanto utilizza un criterio – l’In Sé ontico – proprio della Scuola ontopsicologica. Tuttavia studiarle può essere utile per comprendere punti di contatto e differenze rispetto alla melolistica ontopsicologica.

Attuazione del progetto di natura

L’uomo esiste come maschio e come femmina. Essendo un progetto storico dell’essere, è un’intelligenza capace di formalizzare: posto in una situazione, l’uomo sa specificare, selezionare e distinguere ciò che è secondo il proprio progetto e lasciare ciò che non è conforme ad esso.

Ognuno è un progetto della vita. In concreto, l’oggetto di questo progetto sta nella propria identità di natura (In Sé ontico). Che cosa vuole l’essere da me qui e adesso? Per essere felice, cosa si deve fare? Eseguire il progetto che sta nella struttura e nella costituzione della propria identità. Per ogni uomo, tutto ciò che è uguale alla propria identità di natura è bene, mentre tutto ciò che non è conforme alla propria identità è negativo. Con questo criterio, l’uomo sceglie le diverse posizioni in tutta la sua vita e la sua storia (criterio metafisico nella storia).

Da tutto questo si ricava che ogni azione deve essere nell’unità con la propria identità, la quale è uguale all’essere che l’ha progettata.

Posto in questa situazione, l’uomo deve essere azione congrua al progetto di se stesso. Anche la società fa parte di questo “se stesso”, per cui parlando dell’uomo si deve parlare anche del corpo sociale. L’uomo nasce sociale, non individuo assoluto: nasce dentro un altro essere e si evolve mentre comunica con il corpo sociale. Senza società, l’uomo-nascituro e l’uomo-bambino muore. Da adulto può fare l’eremita, ma anche da monaco è sempre nella società. L’essere monaco è una superiore esperienza sociale, come essere insegnante o svolgere una qualunque professione in cui si sa servire gli altri.

Congrua significa l’azione egoista, che fa piacere, bene, sviluppo, crescita. Quindi l’uomo è lavoro, sviluppo, autocostruzione, ovvero autoctisi storica; è realizzazione in conformità a se stesso. Ogni minuto si deve costruire e realizzare se stessi: un giorno perso è un giorno tolto alla propria possibilità di vita.

Recupero della logica dell’Essere

L’In Sé ontico si rivela, toglie tutti i fenomeni e si presenzia ecceità ontica, si scopre dio. L’individuo comincia un rapporto personale con ciò che è l’intimità individuale dell’Essere supremo: l’anima dialoga con dio. A questo livello di esperienza, il soggetto – pur vivendo biologicamente come tutti – ha un livello di coscienza in cui vive senza esistere: si esperisce l’essere senza esistere, come intenzione all’Essere.